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Turismo sostenibile: ragazza che va all'avventura con zaino e cartina, davanti ad una cascata

Ha puntato i riflettori sul mondo della sostenibilità l’incontro degli Stati Generali Mondo Lavoro del Turismo del 24 marzo, il quarto dall’inizio della manifestazione, la cui comunicazione per il primo anno è a cura di DOC-COM.

La sostenibilità come motore di rilancio

Se compresa a fondo e messa in atto seriamente, la sostenibilità può essere la soluzione per la ripresa del settore turistico in Italia e non solo. Un dato su tutti: la domanda è molto più alta dell’offerta attualmente presente sul mercato. Progettare turismo sostenibile oggi significa allora operare nel rispetto dell’ambiente, della società, dei territori, e investire su un business vincente e con reali – e grandi – potenzialità di sviluppo. Niente a che vedere con romantici ritorni al passato o decrescite felici, chi investirà in sostenibilità, crescerà. E molto, come hanno spiegato Sebastiano Venneri, vicepresidente Legambiente e Sergio Cagol, consulente e formatore in ambito turismo e comunicazione.

Scommettere sui territori: Sebastiano Venneri, vicepresidente Legambiente

«La sostenibilità, per essere tale, deve essere economica, ambientale e sociale» ha affermato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente. «Bisogna considerarla a 360 gradi, non farla a pezzi. E non bisogna intenderla come una sorta di ritorno al passato: sostenibilità oggi è più che mai sviluppo. Scommettere su asset ambientali vuol dire scommettere sulla crescita dei territori. Come nel caso della Ciclovia dell’Appennino, 2.600 chilometri che vedranno la luce entro il 2022».

Ha poi continuato: «Tre grandi sfide contemporanee si intrecciano al tema della sostenibilità: il clima, la pandemia e l’over tourism (accantonato solo per cause di forza maggiore). Sfide a cui finora ho visto dare risposte molto tiepide. Soluzioni vecchie proposte per problemi nuovi, come nel caso – e non credo che si tratti di MSC – delle crociere senza scalo o dei voli senza meta. Io credo invece che sia necessario cogliere davvero il cambio di paradigma che stiamo vivendo».

Sebastiano Venneri ha lanciato un’importante tematica. «Cosa ci dice questo cambiamento? Che la domanda turistica sarà sempre più attenta ed esigente sul piano ambientale. Che avremo un turismo più rarefatto e distribuito durante l’anno e non più le lunghe, classiche villeggiature. Fattori che aumentano le pretese del turista e quindi anche l’asticella della qualità dell’offerta. Tutto questo è stato accelerato dalla pandemia che, tra le altre cose, ha imposto anche il tema della prossimità, un focus su cui, per l’Italia in particolare, sarebbe esaltante concentrarsi. Prossimità e outdoor, uno dei segmenti in maggiore crescita. Anche il lusso sta cambiando coordinate: pensiamo al viaggio di nozze di Harry e Meghan, in una tenda – lussuosissima, certo – di un parco della Namibia. Ecco, se anche il lusso evolve in questa direzione, testimonia che c’è un trend in atto che bisogna registrare e tenere in considerazione, un trend molto sentito e molto caro alle nuove generazioni».

Infine ha concluso: «Chiudo insistendo sul fatto che il nostro Paese può affermarsi come terra del turismo attivo e sostenibile. Credo, anzi, che questo ci aiuterebbe a scrollarci di dosso la patina da Belpaese, patria solo di passato e tradizioni. Sarebbe l’occasione giusta per presentare un volto nuovo, contemporaneo, diverso dell’Italia, un volto in grado di parlare anche ai più giovani, probabilmente meno sensibili all’immagine tradizionale proposta finora a target di 40/50enni. Un Paese, insomma, attivo e sostenibile, che decide di scommette sul fare, sulle esperienze (meglio se a contatto con la natura), e non solo sul vedere».

La sostenibilità come equilibrio: Sergio Cagol, formatore e consulente per turismo e comunicazione

Anche Sergio Cagol, consulente e formatore in ambito turismo e comunicazione, ha evidenziato la necessità di cambiare l’industria. «Quella turistica è un’industria particolare, che reagisce molto rapidamente ai cambiamenti: in un anno siamo passati dall’over tourism all’under turism. Cosa che ci fa ben sperare in una ripresa che probabilmente potrà essere più rapida rispetto a quella di altri settori. Voglio parlare di sostenibilità come turismo del futuro. Come sviluppo rispettoso dell’ambiente e degli altri, non come decrescita felice, come chiave per andare avanti».

Per questo, è importante analizzare i dati. «Oggi un dato risulta di particolare interesse: la domanda di viaggi sostenibili, o di equilibrio, è molto più forte dell’offerta presente sul mercato. Provate a organizzare un viaggio davvero sostenibile. È praticamente impossibile in Italia: mancano informazioni, servizi, strutture. Che d’altro canto sono sempre più richieste, soprattutto dai più giovani (turisti di domani). Perché l’ospite dovrebbe scegliere un viaggio sostenibile? Perché il viaggio sostenibile è quello che ti permette di muoverti nell’ecosistema in maniera serena e libera. E quando dai la possibilità a una persona di essere libera, sarà felice, e se sarà felice tornerà da chi è riuscito a farla tale. Costruire viaggi sostenibili è quindi rendere felici gli ospiti: l’obiettivo di ogni operatore turistico, da sempre».

Secondo Sergio Cagol, va ripensata l’idea comune di sostenibilità. «Sostenibilità non è sacrificio, e non è solo rispetto del pianeta: sostenibilità è anche divertimento. La qualità dell’esperienza – completamente rispondente a esigenze profonde dell’io contemporaneo – viene potenziata. La sostenibilità non è privazione, detox, fuga dalla civiltà, ma è relazione in equilibrio, balance, come dicono in Alto-Adige, una regione da cui c’è moltissimo da imparare. Come dalla Scandinavia che con 1/10 della biodiversità che abbiamo in Italia riesce a creare una ricchissima offerta turistica in equilibrio con il territorio. Parliamo quindi di un mondo di esigenze emerse e in grande crescita: chi lavorerà nella sostenibilità farà del buon business. Quando si ripartirà immagino ci sarà la possibilità di tornare a forme di over tourism, ma sono ottimista: siamo certi che chi ha avuto la possibilità di avere più spazi e provare esperienze tanto diverse la scorsa estate vorrà tornare ai ritmi e alle modalità turistiche precedenti?».

L’esempio di Pineta Nature Resort dalle parole di Nicola Sicher

Nicola Sicher ha voluto portare l’esempio virtuoso di Pineta Nature Resort. «Siamo un non-hotel, da un lato perché siamo in Val di Non, dall’altro perché non siamo un vero e proprio hotel, ma un piccolo villaggio alpino con tutti i servizi di un hotel, situato al limite di un bosco verde di un piccolo borgo di montagna. Lavoriamo nel rispetto ambientale da 20 anni. Siamo stati in qualche modo precursori in un’epoca in cui non c’erano indicazioni precise sulle prassi da seguire, scuole o altro. Abbiamo seguito un filo verde in ogni investimento e in ogni scelta effettuata: costruzioni green, impiego del legno del territorio, basso impatto ambientale, uso rispettoso dei terreni. Nella nostra azienda siamo tutti giovani e quindi portati a pensare il futuro. E sono molto felice di questo cambiamento in atto a livello di sensibilità e di domanda turistiche che ci dà la forza per andare avanti. Edificio dopo edificio, chalet dopo chalet, abbiamo realizzato il nostro hotel diffuso all’insegna della sostenibilità, dell’ecologia e della giustizia sociale».

Il mondo delle crociere: Leonardo Massa, managing director MSC Crociere

Anche Leonardo Massa, managing director MSC Crociere, ha voluto portare l’esempio della propria azienda. «MSC, con il continuo rinnovamento e ampliamento della flotta, offre soluzioni sempre più sostenibili sul piano ambientale. Già solo lo spostamento in nave permette una gestione del turismo più sostenibile rispetto ad altre formule: ci sono studi che lo confermano. Quello delle crociere è un mercato enorme, che nel 2019, solo in Italia, ha portato lavoro per 120mila addetti generando 14 miliardi di euro di fatturato. Il nostro Paese è leader del settore e di diversi ambiti legati alla filiera. Oltre a ciò, bisogna considerare che ogni passeggero, secondo uno studio dell’università Ca’ Foscari di Venezia, porta 100 euro al giorno alle città in cui le navi fanno scalo. Credo si possa trovare una soluzione per salvare la filiera economica, con passaggi differenti (non con l’eliminazione) delle navi. Cinque anni fa MSC ha preso in concessione per 99 anni un’isola a 60 miglia da Miami, alle Bahamas, in un’area altamente contaminata. Ci sono voluti tre anni solo per bonificarla, ora è diventata un paradiso naturale. Il Governo ha creato un’area marina protetta ed è possibile accedervi esclusivamente agli ospiti delle crociere MSC, per vivere in un ambiente incontaminato».

La sostenibilità dal punto di vista delle imprese: Carlo Alberto Carpignano, presidente ASCOM Torino

Infine, Carlo Alberto Carpignano, presidente ASCOM Torino, ha raccontato un punto di vista fondamentale: quello delle imprese. «La pandemia ha evidenziato quanto il turismo sia importante per la nostra economia. Il 7% delle imprese di Torino si occupa di accoglienza turistica e ristorazione, parliamo di oltre 17mila imprese, in gran parte piccole. I dati ci dicono che il turismo dovrà ripartire dall’ambito regionale per poi allargarsi al campo nazionale e internazionale: per questo il territorio dovrà strutturarsi per un turismo di prossimità. Torino ha lavorato per diventare distretto turistico, la ripartenza potrebbe muovere da qui, sperimentando soluzioni potenzialmente di successo per la città, ma anche da esportare. L’importante è che lo sviluppo turistico passi dalla sostenibilità, un aspetto molto caro ai giovani che, anche nel turismo, mostrano una particolare sensibilità verso il tema. Per questo andrebbero formati ragazzi e create docenze, sfruttando anche gli ITS, per offrire nuove competenze e una formazione dedicata».

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